LO SPIRITO SANTO VI RICORDERÀ: LA SPERANZA DIMORA IN NOI
DOMENICA 25 MAGGIO 2025
VI DOMENICA DI PASQUA - ANNO C
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Gv 14,23-29
Il contesto del Vangelo di questa VI Domenica di Pasqua è profondamente suggestivo e carico di intimità: ci troviamo ancora nel Cenacolo, durante l'Ultima Cena, momento cruciale nella vita di Gesù e dei suoi discepoli. In questo clima familiare, Gesù sta per concludere il suo discorso di addio, preparandoli alla sua imminente partenza.
Dopo aver impartito il comandamento dell'amore – "Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi" (Gv 13,34) – Gesù annuncia il suo ritorno al Padre. La sua partenza, apparentemente una perdita, è in realtà un guadagno: "È bene per voi che io me ne vada" (Gv 16,7). Solo così potrà venire il Consolatore, lo Spirito Santo, cheguiderà i discepoli nella verità. È lo Spirito l'anima dellacomunità credente. È il medesimo Spirito che consiglia, suggerisce, ispira la comunità orientadola verso percorsinuovi così come abbiamo avuto modo di leggere nellaseconda lettura: "È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cosenecessarie." (Atti 15,28)
L'amore verso Cristo, dice il Signore, si manifesta nell'osservanza dei suoi comandamenti: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti" (Gv 14,15). Non si tratta di una legge fredda e distante, ma di un'adesione viva alla sua Parola. Come afferma san Gregorio di Nissa: "Colui che ama Dio osserva i suoi comandamenti con gioia, perché l'amore rende leggera ogni fatica."
A chi vive questo amore, Gesù promette una dimora divina: "Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23). Un'espressione di straordinaria potenza. La dimora di Dio tra gli uomini è un tema che attraversa tutta la Scrittura: dalla Tenda del Convegno, al Tempio di Gerusalemme, fino alla "Città santa" dell'Apocalisse (Ap 21,2-23). Con l'Incarnazione, questa dimora si fa carne: il corpo di Cristo è il nuovo tempio. E in Lui, ogni credente è chiamato a diventare tempio dello Spirito (cfr. 1 Cor 3,16). Origene scriveva: "Se vuoi che il Verbo venga a te, prepara la tua anima come una casa accogliente."
È il dono dello Spirito Santo a rendere possibile tutto questo. Egli ci insegna, ci guida, ci ricorda le parole di Cristo (cfr. Gv 14,26). Non si tratta solo di memoria mnemonica, ma di una presenza viva e attuale della Parola nella nostra vita. Come diceva Benedetto XVI, "Lo Spirito Santo è la memoria viva della Chiesa; egli ci aiuta a comprendere e attualizzare il Vangelo in ogni tempo."
Infine, Gesù lascia ai discepoli il dono della pace. Non è una pace come la dà il mondo, fragile e superficiale, ma una pace fondata sulla comunione con Dio. "Vi lascio la pace, vi do la mia pace" (Gv 14,27). È la pace pasquale, che nasce dalla Croce e dalla Risurrezione. È la pace che lo Spirito diffonde nei cuori rinnovati.
Ecco perché è necessario che Gesù ritorni al Padre: per glorificare la nostra umanità e inviare il Paraclito, che trasforma discepoli impauriti in apostoli coraggiosi. Sant'Ireneo affermava: "La gloria di Dio è l'uomo vivente, e la vita dell'uomo è la visione di Dio." Questa è la missione dello Spirito: farci vivere da risorti.
Nel nostro tempo spesso segnato da smarrimento e incertezza, siamo chiamati a riscoprire la presenza dello Spirito come guida interiore, come forza che ci unisce, come luce che illumina i passi della Chiesa, come fonte di nuova speranza. Viviamo in un mondo assetato di senso, assetato di pace: noi, dimora di Dio, siamo chiamati a essere strumenti di riconciliazione e testimoni credibili del Vangelo. In un tempo in cui tutto sembra fluido e provvisorio, la stabilità vera è solo in Dio. Ritorniamo al Cenacolo, come Chiesa, per lasciarci nuovamente visitare dallo Spirito.
Vergine Maria, Sposa dello Spirito Santo, facci dimorare nella Parola di tuo Figlio Gesù, perché anche in noi abiti la Sua presenza. Rendici, come te, custodi del mistero, aperti alla volontà del Padre, docili all'azione dello Spirito. Insegnaci a vivere dell'amore che salva, e a portare al mondo la pace di Cristo risorto.
don Nicola De Luca

