LA VERGINE MARIA: BELLEZZA E SPERANZA DELL’UMANITÀ

14.08.2025

Maria, Bellezza e Speranza dell'umanità

Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente Lc 1, 39-56


Ogni anno, il 15 agosto, la Chiesa ci invita a volgere lo sguardo al cielo per celebrare la solennità dell'Assunzione di Maria, "primizia e immagine della Chiesa nella sua pienezza" (Prefazio della Messa). In questa festa contempliamo colei che, terminato il suo cammino terreno, è stata assunta in cielo in anima e corpo, segno certo di speranza e consolazione per il popolo di Dio in cammino (cf. LG 68). La Vergine Maria assunta in corpo e anima è promessa di eternità di Dio per tutti coloro che hanno vissuto un'esistenza conforme al Vangelo.

Maria è riconosciuta per aver lodato Dio con il Magnificat, un inno che sottolinea le grandi opere compiute in lei. Considerata Regina degli Angeli e dei Santi, la sua figura si collega strettamente ai temi biblici grazie a riferimenti e strutture ripresi dall'Antico Testamento, come evidenziato nel Vangelo di Luca. Nel contesto della tradizione cristiana, Maria occupa una posizione di rilievo non solo per il suo ruolo di madre di Gesù, ma anche come modello di fede e obbedienza. Il Magnificat, recitato durante la visita a Elisabetta, è diventato nel corso dei secoli una delle preghiere più importanti della liturgia cristiana, riflettendo l'umiltà e la fiducia nell'operato divino. La sua venerazione come Regina degli Angeli e dei Santi si è sviluppata attraverso i secoli, radicandosi profondamente nella spiritualità e nella devozione popolare. I paralleli tra la vita di Maria e le figure femminili dell'Antico Testamento, come Anna e Sara, sottolineano ulteriormente l'intreccio tra Antico e Nuovo Testamento, arricchendo la comprensione teologica della sua missione.

L'umiltà decantata da Maria nel suo cantico di lode più che una virtù morale, in greco tapéinosis, indica abbassamento o svuotamento. Nella spiritualità degli 'anawìm di Dio (i poveri del Signore) il termine ha assunto una connotazione religiosa perché l'uomo è messo nella condizione di fidarsi totalmente di Dio. Maria, dunque, si pone tra i poveri del Signore. La sua esultanza rappresenta la gioia dell'Israele fedele nel qual quale Dio sta per manifestare la sua potenza nello scandalo della piccolezza che fa spazio in toto alle meraviglie del Signore. In particolare, nel concepimento verginale della Vergine per opera dello Spirito Santo

Fin dall'eternità Dio ha pensato alla Vergine Maria, amandola con un amore unico, singolare e privilegiato, affinché fosse degna dimora del suo Verbo (cf. Ef 1,4). Non solo l'ha predestinata a essere immune da qualsiasi macchia di peccato originale o attuale, e ha custodito l'integrità della sua verginità prima, durante e dopo il parto di Cristo, ma l'ha anche assunta accanto a sé nella gloria con un corpo incorrotto. Come afferma san Giovanni Damasceno: «Era conveniente che colei che aveva portato nel grembo il Creatore fatto uomo abitasse nelle dimore celesti» (Omelia II sull'Assunzione). La corporeità, ci ricorda Maria, non è solo oggetto di piacere o questione di genere: anch'essa è chiamata a riflettere la bellezza dell'Eterno.

Nel passo dell'Apocalisse (Ap 12,1) contempliamo la "donna vestita di sole": è Maria e, nello stesso tempo, la Chiesa. Maria è avvolta dalla luce di Dio, "piena di grazia" (Lc 1,28) e ricolma del Suo amore. Come afferma sant'Efrem, "in te, o Signora, non c'è macchia d'ombra, tutta sei splendore di luce" (Inno sulla Natività, 15). La luna sotto i suoi piedi segna la vittoria sulla morte: concepita senza peccato e assunta in cielo, ella vive già la vita in pienezza, promessa a noi da Cristo: "Io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10,10). La corona di dodici stelle richiama le tribù d'Israele e il nuovo popolo di Dio: Maria è nel cuore della Chiesa, Madre e modello. Come scrive sant'Ambrogio, "in Maria la Chiesa già possiede ciò che spera di essere" (Expos. in Luc., II, 7). È colei che, portando Cristo nel suo grembo, continua a donarlo al mondo, fino al giorno in cui tutta la Chiesa, come lei, sarà "gloriosa, senza macchia né ruga" (Ef 5,27)

«La bellezza salverà il mondo» – afferma il principe Miškin nell'Idiota di Dostoevskij –. Ebbene, Maria è tutta avvolta di bellezza: nel cuore, nell'anima, nella mente e nel corpo. Vi sono bellezze che, pur tali, volgono al tramonto; la sua è senza fine. Nessuno spazio, confine o limite può consumarla. È bellezza di eternità. È la medesima bellezza che brilla sul volto di suo Figlio Gesù, «il più bello tra i figli dell'uomo» (Sal 45,3).

In un mondo così colpito e rapito dalla cosiddetta "etica dell'immagine" o "estetica del corpo", che prima o poi è destinata a divenire simile a un manufatto antico, se non totalmente polvere, oggi siamo chiamati a fissare lo sguardo su un fascino di gran lunga diverso da quello che ci viene proposto da tali ideologie: uno splendore che si irradia sull'umanità intera e che non conosce corruzione né deterioramento. È l'aura meravigliosa della santità spirituale e corporale di Maria. La bellezza che la avvolge in tutta la sua integrità personale è bellezza di obbedienza, di amore, di sequela perfetta al Figlio suo. Come scrive Hans Urs von Balthasar: «In Maria, la bellezza di Dio ha trovato un volto umano, e per questo Ella è immagine della Chiesa nella sua perfezione».

Eppure, nonostante i nostri mille e infiniti sforzi per apparire sempre più belli agli occhi del mondo, il nostro cuore rimane perennemente insoddisfatto, quasi portasse nel suo intimo una profonda e radicale nostalgia del vero bello. Come ricordava Papa Francesco: «Maria, assunta in cielo, ci mostra che la speranza non è un'illusione, ma una certezza radicata nella risurrezione di Cristo» (Omelia, 15 agosto 2013). E san Bernardo di Chiaravalle ci rassicura: «Guardando a lei, non puoi disperare» (Omelia "De Maria Virgine"). Celebrare la solennità dell'Assunta è allora prendere coscienza che siamo chiamati alla bellezza: belli nel cuore, nella mente e nel corpo.

La festa dell'Assunzione, nel cuore dell'estate, ci ricorda che il nostro destino ultimo non è la polvere della terra, ma la gloria del cielo. Maria ci precede come segno di sicura speranza: in Lei vediamo ciò che Dio vuole fare anche di noi. E mentre la contempliamo elevata nella luce, rinnoviamo il nostro desiderio di vivere fin da oggi in quella bellezza che non tramonta, perché, come afferma la liturgia odierna, «oggi la Vergine Maria è stata assunta in cielo: gioiscono le schiere degli angeli».

In definitiva la solennità odierna ci orienta verso due poli per la vita spirituale di ognuno e per la vita ecclesiale: la bellezza che salva e la speranza che non delude. In un mondo dove l'apparenza è spesso più importante della verità, Maria Assunta ci ricorda che la vera bellezza non si misura con i canoni dell'estetica di moda, ma con la luminosità dell'anima. La sua è una bellezza di amore, di obbedienza e di fedeltà a Dio, che non si corrompe col tempo. Celebrare l'Assunzione significa allora lasciarci affascinare da questa bellezza che non invecchia, e riscoprire che anche noi siamo chiamati ad essere belli nel cuore e nelle opere, così da riflettere, già ora, un raggio dell'eternità.

Maria, "primizia della Chiesa nella sua pienezza" (Prefazio), ci mostra che il nostro cammino non finisce nella polvere, ma nella gloria. In un tempo segnato da incertezze e da paure per il futuro, l'Assunta diventa un faro che orienta la nostra rotta: guardandola, sappiamo che la speranza cristiana non è un'illusione ma una certezza, radicata nella Risurrezione di Cristo. Come scrive san Bernardo: «Guardando a Lei, non puoi disperare».

Vergine Maria, Donna vestita di sole (cf. Ap 12,1), tu che siedi in corpo e anima alla destra del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ammaliando ogni abitante del cielo, guarda alla nostra umanità stanca e oppressa da ogni bruttura morale, spirituale e sociale, con cui ogni giorno dobbiamo fare i conti. Fa' che, contemplandoti quale primizia della risurrezione gloriosa di Cristo (cf. 1Cor 15,20-23), restiamo affascinati e innamorati, iniziando anche noi il cammino verso la bellezza vera: quella che tu hai concepito e donato al mondo, Cristo tuo Figlio. Tra le vie attuali di un immanentismo esasperato ed esasperante, la Vergine Maria Assunta ci fa respirare l'aria sana della trascendenza.

don Nicola De Luca