LA SPERANZA NON DELUDE
SABATO 02 NOVEMBRE 2024
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
SABATO 02 NOVEMBRE 2024
COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare: guai a quelli che morrano ne le peccata mortali.
Beati quelli che trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no 'l farrà male.
Così, quasi chiudeva, il mirabile inno del poverello d'Assisi conosciuto come il Cantico delle creature. Dopo aver lodato, ringraziato e benedetto il Signore Dio per e con tutte le sue creature, Francesco eleva al cielo un inno di lode a Dio anche per sorella morte.
Quella che per ogni uomo e donna è la minaccia più grande e la realtà più temuta; viene definita nella fede sorella.
Tutti prima o poi saremo chiamati a fare i conti con essa: indirettamente o direttamente. E se anche teoricamente ne conosciamo l'esistenza praticamente ne facciamo esperienza quando ci coinvolge in prima persona. La perdita di una padre o di una madre, di un figlio o una figlia, di un amico o amica cara o quando per malattia o vecchiaia ci troveremo faccia a faccia con lei.
Letterati, filosofi, psicologi e scienziati che si sono susseguiti nel tempo hanno cercato di dare un senso alla morte per accettarla, comprenderla, viverla poiché essa appartiene intimamente all'umanità intera. Tutti dobbiamo morire, tutti quanti, che circo! Non fosse che per questo dovremmo amarci tutti quanti e invece no, siamo schiacciati dalle banalità, siamo divorati dal nulla [Charles Bukowski in "Il capitano è fuori a pranzo"]. Eppure la Parola di oggi ci spalanca orizzonti di speranza dilatando il nostro mesto cuore alla certezza non solo dell'immortalità futura ma anche alla risurrezione finale oer Cristo, con Cristo e in Cristo primizia dei risorti. La liturgia, citando il libro della Sapienza, ci dice che l'uomo non è stato creato per la morte ma per l'immortalità e che essa è entrata nel mondo per invidia del diavolo e ne fanno esperienza tutti coloro che gli appartengono. Ma le anime dei giusti vivono nella pace di Dio. Già il giusto Giobbe colpito da varie calamità, malattia compresa, aveva profetizzato e prefigurato nello Spirito Santo, questa visione beatifica di Dio dopo la distruzione della carne. Noi siamo stati resi fili e figlie della Speranza che non deludecome ci ricorda Paolo nella sua lettera ai Romani. Tale speranza non è un sogno, un'utopia, un'idea ma una Persona: Cristo Gesù morto e risorto. La nostra adesione incondizionata a Lui e alla sua volontà sono garanzia di eternità felice in corpo e anima. Ecco perché Francesco d'Assisi poteva chiamare la morte sorella. Per il credente essa diviene non nemica per l'annientamento o per un viaggio verso il nulla, ma una dolcissima sorella, che come compagna e amica ci conduce all'Amore che mai tramonta: Cristo nostra speranza.
Concludo con una preghiera scritta dal venerabile don Tonino Bello:
Santa Maria, donna dell'ultima ora, disponici al grande viaggio. Aiutaci ad allentare gli ormeggi senza paura. Sbriga tu stessa le pratiche del nostro passaporto. Se ci sarà il tuo viso, non avremo più nulla da temere sulla frontiera. Aiutaci a saldare, con i segni del pentimento e con la richiesta di perdono, le ultime pendenze nei confronti della giustizia di Dio. Mettici in regola le carte, insomma, perché, giunti alla porta del paradiso, essa si spalanchi al nostro bussare. Ed entreremo finalmente nel Regno, accompagnati dall'eco dello Stabat Mater che, con accenti di mestizia e di speranza, ma anche con l'intento di accaparrarci anzitempo la tua protezione, abbiamo cantato tante volte nelle nostre chiese al termine della Via Crucis: "Quando corpus morietur, fac ut animae donetur paradisi gloria. Amen!"».
Vergine Maria, tu per privilegio singolare di Dio non hai conosciuto la corruzione del sepolcro e per rivelazione sappiamo che sei nel grembo della Trinità dopo la tua Assunzione in cielo in corpo e anima. Così ci hai preceduti quale modello del nostro vero ed eterno destino.
Attendici, accompagnaci, guidaci in questa nostra vita per poter un giorno giungere al monte della gloria: Cristo Gesù tuo Figlio e nostro Signore.