IN CAMMINO VERSO LA SPERANZA
MERCOLEDÌ 05 MARZO 2025
MERCOLEDÌ DELLE CENERI
Questo giorno segna l'inizio solenne, ma, allo stesso tempo, discreto e misurato, di un tempo forte come la Quaresima: un tempo di conversione e di perdono, di ritorno al Padre e di riconciliazione con Lui e con i fratelli. È un periodo di profondo esame di coscienza che ci orienta verso una rotta completamente nuova, quella dell'ascolto fedele, amorevole, obbediente e fattivo di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio. Come ha detto il teologo tedesco Karl Rahner: «La Quaresima è l'occasione per riscoprire il volto di un Dio che non smette mai di darci la possibilità di tornare a Lui». La Chiesa ci guida attraverso questi quaranta giorni, liturgicamente, in vista della Pasqua, proprio come i figli di Israele pellegrinarono per quarant'anni nel deserto prima di giungere alla Terra Promessa (Dt 8, 2-6), o come i quaranta giorni che Gesù trascorse nel deserto, mosso dallo Spirito, per essere vittorioso sul male e far trionfare la nuova umanità, della quale Egli è primizia (1 Cor 15, 20).
La dimensione fortemente penitenziale che caratterizza il tempo di Quaresima ha spesso oscurato l'altra faccia della sua medaglia: il volto della gioia e della festa. Questa gioia deriva dal perdono del Padre in Cristo suo Figlio, il quale è divenuto strumento elettivo di espiazione e riparazione dei nostri peccati, assumendo la nostra umanità e annullando le conseguenze della nostra disobbedienza (Rm 5, 8). È una festa proprio perché è un momento favorevole per la nostra salvezza; un'opportunità per uscire dall'egoismo che ci incatena e per andare incontro ai poveri e ai bisognosi, condividendo con loro il frutto del nostro digiuno (Mt 25, 35-40). In parole del teologo ortodosso Pavel Florenskij: «Il digiuno non è un'astensione da ciò che è buono, ma un'apertura alla dimensione dell'amore».
Ecco perché Gesù ci esorta a incentrare tutta la nostra vita su tre pilastri fondamentali che oggi ci vengono ricordati: preghiera, digiuno ed elemosina. Questi devono essere vissuti senza ipocrisia; non come una recitazione da esibire al mondo per ottenere il suo plauso, ma come strumenti di grazia che aprono il nostro cuore al Padre e ai nostri fratelli, affinché possiamo ricevere la vera ricompensa solo da Lui (Mt 6, 1-4). Dietrich Bonhoeffer ci ricorda: «Il cristiano non deve mai vivere per se stesso, ma per l'altro e per Dio». La preghiera ci concede la grazia necessaria per affrontare le insidie del Maligno e giungere alla Pasqua completamente rinnovati nello spirito (Fil 4, 6-7); il digiuno ci permette di crescere nella virtù della temperanza e del dominio su noi stessi, ma al tempo stesso diventa un mezzo di carità verso i più indigenti (Is 58, 6-7); infine, l'elemosina, come ci ricorda tutta la Scrittura, copre una moltitudine di peccati (Pr 10, 12).
Vergine Maria,Donna del cammino, sii nostra compagna di viaggio in questo percorso verso il grande mistero pasquale, compiuto dal Figlio tuo per mezzo della sua croce e risurrezione, nel pellegrinaggio della nostra nuova umanità, nata dal sangue prezioso.
don Nicola De Luca
