La gioia della libertà

Conclusione
Così recita il Salmo 23:
Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l'anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.
È il canto della speranza. La narrazione poetica della tenerezza di Dio. La cadenza in versi di chi, nella fede, ha consegnato tutta la sua vita al Signore. L'orante riconosce che il Signore suo Dio e suo creatore è anche il pastore della sua vita. Lo conduce, lo rinfranca, lo guida per sentieri retti. Egli non manca davvero di nulla perché il Signore è il suo tutto, la sua gioia, la sua speranza, la sua vera libertà. Non teme nemmeno quando si trova in una valle tenebrosa dove ogni luce sembra perdersi e mai ritrovarsi. Ma ha la certezza nel cuore che accanto a lui, dietro di lui e dinanzi a lui, vi è il buon pastore.
È un inno di ringraziamento all'Altissimo per quanto ha realizzato in suo favore. Preparandogli una mensa imbandita sotto gli occhi dei suoi nemici e ponendolo a capo del suo regno, ungendolo di Spirito Santo. Dal ringraziamento nasce la convinzione che il pastore gli concederà giorno dopo giorno bontà e fedeltà e la sua dimora perenne sarà la casa del Signore.
A conclusione di questo testo, vorrei che ciascun lettore potesse sentirsi così. Un rinfrancato, un fiducioso, uno speranzoso perché ha fatto esperienza della potenza liberatrice e salvifica del Salvatore nostro Gesù Cristo. Ogni uomo e ogni donna, infatti, dinanzi a Gesù che ancora oggi passa, cammina, guarisce, converte, salva, ristora, consola, accoglie, dovrebbe sentirsi un liberato dall'amore di Dio e inneggiare al suo nome con gli stessi sentimenti che dimorano nel cuore del salmista. E al tempo stesso testimoniare nella gioia ai fratelli ciò che Cristo ha fatto per lui.
Ciascuno di noi potrebbe essere tra le righe di questa nostra storia così travagliata e carente di vera libertà, un lebbroso risanato, un cieco che ha riacquistato la vista, un buon ladrone convertito, un posseduto liberato, un ingordo che diviene giusto, onesto e generoso, una persona libera dai poteri del mondo, una emorroissa risanata, un buon samaritano per il mondo, un riconciliato dalla misericordia di Dio, una peccatrice perdonata, un morto risuscitato, una persona che esce dai retaggi dell'immanenza per aprirsi agli orizzonti sconfinati e meravigliosi della trascendenza. E tutto ciò perché si è esperita la grazia potente di Cristo liberatore dell'uomo.
È Cristo che ci dona la vera libertà e in essa la gioia del vivere il presente in attesa di congiungerci pienamente e definitivamente a Lui nell'abbraccio sponsale dell'eternità. Ma a Lui bisogna andare, correre, Lui bisogna cercare, chiedere, toccare con fede, a Lui gridare la nostra sete di libertà affinché Egli, quale medico celeste, per il potere conferitogli dal Padre suo, ci tocchi e ci risani, lenisca le nostre ferite, guarisca le nostre infermità, ci conceda in dono la pace pasquale, ci elargisca la sana, vera e santa libertà per essere creature davvero libere di servire Lui e i fratelli.
Al termine di questo modesto lavoro offro al lettore una preghiera semplice. Preghiera che io per primo ho rivolto al mio Signore e mio Dio affinché spezzi, con l'autorità della sua Parola e il potere del suo Santo Spirito, le catene che vedono imprigionato me e tanti miei fratelli e sorelle che vivono in ogni stato di schiavitù sia essa morale, spirituale, materiale.
Catene spezzate
O Divino Maestro,
nella sinagoga di Nazareth
hai proclamato con autorità
il passo del profeta Isaia
che annunziava la gioia dirompente della liberazione
che Tu sei venuto a portare nell'oscurità e nel grigiore
di questo nostro mondo.
Guarda a tutte quelle catene
che ci tengono prigionieri e incapaci di amare Te
ed in Te ogni nostro fratello affamato, ammalato
diseredato, afflitto, affamato, triste, povero, abbandonato.
Guarda ti preghiamo, con amore,
alle catene del nostro orgoglio
e spezzale con la mitezza del tuo cuore.
Guarda alle catene della nostra concupiscenza
e spezzale con il fuoco del tuo puro amore.
Guarda alle catene del nostro egoismo
e spezzale con la carità divina di cui Tu sei l'incarnazione.
Guarda alle catene del nostro errore
e spezzale con il fulgore della tua luce.
Guarda alle catene del nostro dubbio
e spezzale con la tua autorevole verità.
Guarda alle catene della nostra disperazione.
e spezzale con la dolcezza della tua speranza.
Guarda alle catene del nostro ateismo
e spezzale con la salda tua fede.
Guarda alle catene della nostra infedeltà
e spezzale con la fortezza della tua fedeltà.
O Liberatore nostro,
tu solo sei la nostra speranza, la nostra fiducia, la nostra salvezza.
Solo Tu unto e santo del Padre
hai il potere di spezzare ogni legame che ci tiene incatenati
alla terra e ci impedisce di librare arditamente verso il tuo eterno cielo.
Amen
Nicola De Luca