ABBRACCIO DI SPERANZA

01.02.2025

DOMENICA 02 FEBBRAIO 2025

PRESENTAZIONE DEL SIGNORE – FESTA

"I miei occhi hanno visto la tua salvezza." Lc 2,22-40


La festa liturgica odierna offre al cuore dei credenti diversi motivi di riflessione, a partire dalle primissime frasi del Vangelo. Cerchiamo innanzitutto di comprendere cosa rappresentasse, nell'Antico Testamento, la Presentazione di un primogenito.

Secondo la legge mosaica, come indicato in (Es 13, 1-2), ogni primogenito doveva essere consacrato in memoria della liberazione dalla schiavitù egiziana e, un mese dopo la sua nascita, riscattato con cinque sicli (Nm 3, 47-48; 18, 15-16). Inoltre, la madre doveva purificarsi dopo il parto, come descritto in (Lev 12, 2-8). Per Gesù e Maria, questo gesto diventa un atto squisitamente obbedienziale nei confronti della Legge antica. Cristo si sottomette e obbedisce a tutto ciò che Dio aveva prescritto per mezzo di Mosè. Egli è già il consacrato del Signore, mentre Maria, per grazia, non aveva bisogno di purificazione. L'evangelista Luca sottolinea la fedeltà della famiglia di Nazaret alla Legge.

Giuseppe e Maria, insieme a Gesù, si presentano al Tempio di Gerusalemme per ciò che sono: persone semplici, umili e povere. Questo è attestato dall'offerta che portano con loro: una coppia di tortore o di giovani colombi, che rappresenta l'offerta dei poveri o del ceto modesto; i più abbienti avrebbero offerto un agnello, certamente più oneroso. In questo gesto, vediamo riflessa la scelta divina della povertà: come scriveva il teologo San Giovanni della Croce, "l'umiltà e la povertà sono le vie attraverso cui Dio si rivela".

La potenza di Dio risiede nell'umiltà. Come affermato nei Salmi, entra nel suo Tempio Santo il Re dei Re e il Signore dei Signori:

"Sollevate, porte, i vostri frontali,

alzatevi, porte antiche,

ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria?

Il Signore forte e potente, il Signore potente in battaglia."

(Sal 24, 7-8)

Un giorno, anche noi fummo presentati alla sorgente della vita mediante il battesimo. Per mezzo di questo sacramento, fummo consacrati totalmente al Padre, per Cristo, nello Spirito Santo. Da quel momento, entrammo a pieno titolo a far parte del popolo santo della Nuova Alleanza. Come afferma il teologo Karl Rahner, "il battesimo è la porta che apre la comunione con Dio, facendoci partecipi della sua vita divina".

Dovremmo puntare più spesso sulla consapevolezza di ciò che il Signore ha compiuto in noi: un legame indissolubile con Lui, segnato col fuoco dello Spirito, l'adozione a figli di Dio e la nostra appartenenza alla Chiesa. Spesso, però, il nostro cristianesimo risulta annacquato, insipido, inefficace sia in noi che nella storia che viviamo. Talvolta lo riduciamo a sensazionalismo o sentimentalismo, oppure a una vuota e superficiale religiosità. Altre volte ancora, è una miscela di credenze o, peggio, inesistente del tutto. Anagraficamente siamo cristiani, ma non vitalmente. Il Signore oggi ci sprona a una reale, concreta e responsabile "presentazione" e "consacrazione" del nostro essere con Lui, in Lui e per Lui, edificando il suo nuovo Tempio, che è la Chiesa e il mondo intero.

Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di "riabbracciare" Cristo Gesù, proprio come fecero Simeone e Anna, sui quali si era posato lo Spirito di profezia. È fondamentale avere occhi nuovi e un cuore nuovo per riconoscerlo nelle fattezze della debolezza e della fragilità. Dobbiamo credere ancora una volta, come afferma l'apostolo Paolo: "Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti; Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti; Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato, e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale, per opera di Dio, è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione; perché, come sta scritto: 'Chi si vanta si vanti nel Signore'." (1 Cor 1, 27-31)

Il cuore dei due profeti che abitano il Tempio era ardente di attesa e di un grande desiderio di salvezza, già preannunciata dal Signore. Non rappresentano forse quell'attesa infinita scritta nel cuore dell'intera umanità? Solo riconoscendo e riabbracciando Cristo, il nostro spirito potrà trovare la pace. Come affermava il teologo Henri de Lubac, "il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo; è solo in Lui che possiamo trovare la nostra vera realizzazione".

Concludendo,

oggi il Cristo viene indicato come Luce che si rivela alle genti e gloria del suo popolo Israele. Egli è luce non per pochi prescelti, ma per ogni uomo e ogni donna di ogni luogo e ogni tempo. Luce cosmica e universale, datore di vera salvezza e quindi di reale speranza. Le nostre attese in Luio generano in noi frutti di giustizia, verità, santità, tenerezza e misericordia, perseveranza e pace. Mi piace a questo punto ricordare una preghiera-poesia di un grande santo della Chiesa: Card. John Henry Newman.

GUIDAMI TU LUCE GENTILE

Guidami Tu, Luce gentile,
attraverso il buio che mi circonda,
sii Tu a condurmi!
La notte è oscura e sono lontano da casa,
sii Tu a condurmi!
Sostieni i miei piedi vacillanti:
io non chiedo di vedere
ciò che mi attende all'orizzonte,
un passo solo mi sarà sufficiente.
Non mi sono mai sentito come mi sento ora,
né ho pregato che fossi Tu a condurmi.
Amavo scegliere e scrutare il mio cammino;
ma ora sii Tu a condurmi!
Amavo il giorno abbagliante, e malgrado la paura,
il mio cuore era schiavo dell'orgoglio;
non ricordare gli anni ormai passati.
Così a lungo la tua forza mi ha benedetto,
e certo mi condurrà ancora,
landa dopo landa, palude dopo palude,
oltre rupi e torrenti, finché la notte scemerà;
e con l'apparire del mattino
rivedrò il sorriso di quei volti angelici
che da tanto tempo amo
e per poco avevo perduto.

In mare, 16 giugno 1833

O Maria, tu che sei venerata dal popolo di Dio come "Tempio di Dio" e "Dimora della Divina Presenza", intercedi per noi, viatori di questa umanità. Veniamo a te, dal cielo, affinché tu possa portaci tuo Figlio Gesù, perché tutti possiamo riabbracciarlo e far sì che la speranza divampi ancora una volta nel mondo. Come ha scritto il Grande Pontefice San Giovanni Paolo II: "Maria, oltre a essere la Madre di Cristo, è anche la Madre di tutti noi, così da accompagnarci nel nostro cammino di fede." Chiediamo dunque la tua intercessione, o Madre, affinché il tuo amore ci guidi verso la luce e la gioia della resurrezione.